“Con che cosa salverete il mondo, quale via percorribile avete scoperto per esso, voi, gente di scienza con le vostre industrie, le vostre associazioni, i vostri salari e tutto il resto? Con che cosa? Con il credito? Che cos’è questo credito? A che cosa conduce il vostro credito?”
dalla tirata di Lebedev in L’idiota (Parte terza, IV)
Fedor Dostoevskij
Il credito è fattore di sviluppo, delle persone, delle imprese e dei sistemi economici. In un’economia sana, il credito è efficiente, redistribuisce i saldi finanziari, favorisce opportunità per chi ha potenziale immateriale (competenze, capacità produttiva, talento, buone idee) ma non sufficienti risorse.
Nella crucialità di questa funzione, associata a quella di gestione e protezione del risparmio, sta la centralità pubblica - perché di interesse generale, a prescindere dagli assetti proprietari - di quanto accade nel mercato bancario.
Ogni evento che riguarda le banche, la concorrenza tra esse, le regole del gioco che per esse sono disegnate, andrebbe sempre letto con attenzione agli impatti su tali fondamentali funzioni, a monte (gli equilibri sistemici) o a valle (le persone e le imprese) del mercato.
Banca Etica, per sua missione, adotta il punto di vista di chi rischia l’esclusione dal circuito finanziario. Per tali motivi, da ormai quattro anni, continua un paziente lavoro di analisi e messa a sistema delle statistiche disponibili, misurando con indici sintetici l’esclusione o l’inclusione finanziaria (il suo complemento a uno).
In base agli ultimi dati (2018), il livello di inclusione finanziaria in Italia è di circa 4 punti percentuali ancora al di sotto del livello osservato nel 2012. Con segnali positivi osservabili nell’inversione di tendenza tra 2017 e 2018. Ma con la forte incognita di quali saranno, sulla vulnerabilità finanziaria di imprese e famiglie, gli effetti della crisi da COVID-19.
Come nei due precedenti studi, l’Italia nord-occidentale e il Centro sono le aree che mostrano il livello dell’indice più elevato, pur registrando - entrambe - un peggioramento delle condizioni rispetto ai punti di partenza. Però il peggioramento più marcato si osserva per il Nord-Est, passato dai 106,3 punti del 2012 ai 96,6 punti del 2018 (variazione del -9,1%). Un diretto risultato delle crisi bancarie che hanno colpito in modo specifico questi territori.
Nonostante i generali deterioramenti per Nord e Centro della penisola, comunque, le condizioni di inclusione finanziaria al Sud e alle Isole si confermano le peggiori: nel 2018 circa 20 punti percentuali inferiori al livello di inclusione finanziaria osservato nella media nazionale del 2012.
Ciò che più rileva, e che lo studio ben dimostra, è che la caduta dell’inclusione finanziaria è interamente attribuibile all’offerta creditizia. Il credito si riduce, diventa più selettivo, discrimina segmenti di popolazione e di tessuto produttivo, in particolare le piccole imprese. In Italia come in Spagna.
Per la prima volta, infatti, lo studio presenta anche un’analisi di quanto accade nella penisola iberica, nella quale Banca Etica opera dal 2014. I fenomeni sono simili, così come le traiettorie del mercato bancario, che accomunano i due paesi: meno intermediari, meno sportelli, più concentrazione (cresciuta del 35% in Italia, del 50% in Spagna), forte riduzione dell’offerta di credito, crescita delle aree di vulnerabilità finanziaria, soprattutto per le persone più fragili: giovani, anziani, lavoratori autonomi.
C’è molto da lavorare per la finanza etica, nella quotidianità e nella declinazione concreta di un modello inclusivo del fare banca. Auspicando che cresca la propensione delle autorità di supervisione, delle istituzioni con compiti di indirizzo, dei centri di ricerca e delle università ad adottare il punto di vista di chi è a rischio di esclusione. In tal senso, l’azione di stimolo culturale e politico rappresenta il principale obiettivo che Banca Etica si prefigge con il presente lavoro. Insieme, non v’è dubbio, all’intento di rispondere alla domanda fondamentale del Lebedev di Dostoevskij. E di tanti di noi.
Preambolo in "L’economia da ricostruire e la responsabilità della finanza. Rapporto sull’inclusione finanziaria 2020" di Banca Etica
3 dicembre 2020