Finanza etica e sud del mondo

Il rapporto tra finanza etica e Sud del mondo è più controverso di quanto sembri. La finanza etica nasce spesso come forma innovativa di cooperazione internazionale, con progetti che utilizzano il microcredito per creare opportunità di sviluppo senza cadere nelle ambiguità degli aiuti umanitari (Marcon docet). 

Tutte le indagini fatte tra i risparmiatori “etici” - soprattutto di Banca Etica - mostra un forte orientamento al Sud (intorno al 50% delle preferenze). 


Eppure oggi, a fronte di un capitale raccolto di 255 milioni di € nel circuito del risparmio autogestito italiano, gli impieghi effettivi nel Sud del mondo ammontano circa a 6 milioni, pari ad appena il 2,4% della raccolta, tra Etimos (3 milioni), Credito Sud (2), Banca Etica (0,5) e CTM (0,4, esclusi i prefinanziamenti). 
La ragione del mancato intervento di Banca Etica - che pure finanzia molto le Ong, ma si tratta di cosa diversa - non è certo dovuta a disinteresse, ma a motivazioni di carattere legale: l’Ufficio Italiano Cambi non consente a una Banca (tanto più se a carattere cooperativo) di effettuare investimenti considerati ‘di rischio’. 

In sostanza, il sistema della finanza etica italiana ha egregiamente lavorato a costruire strumenti adatti agli impieghi nel Nord, ora si tratta di costruire quelli adatti per il Sud. Ancora una volta la sfida è duplice: costruire modelli nuovi di intervento, lavorare sul sistema normativo per adeguarlo ad un’altra economia.

di Alessandro Messina
per Carta, Rubrica Affari Nostri, aprile 2003