Ricchi e poveri in Italia

Di ricchi e poveri si parla poco. Vediamo qualche dato: l'Italia è tra i paesi OCSE con i valori più bassi di reddito pro capite. Nell’Unione europea la nostra classifica non migliora e ci troviamo insieme a Spagna, Grecia, Portogallo e da qualche anno (miracoli del Blairismo) Gran Bretagna. In media un italiano ha un reddito inferiore del 10% rispetto a chi vive negli altri paesi dell'Unione. Secondo l'Istat nel nostro paese il 12% della popolazione è sotto la soglia della povertà relativa. Aumentano i poveri e aumentano i ricchi. 


Secondo la Banca d'Italia, mentre il 10% delle famiglie italiane più povere percepisce soltanto il 2% del reddito nazionale, il 10% di quelle più ricche arriva al 27%. Le stesse famiglie detengono il 47% della ricchezza nazionale, valore che due anni fa era al 46%. Ciò significa che ogni 12 mesi, in Italia, i ricchi rosicchiano mezzo punto percentuale di ricchezza agli altri cittadini. 

C’è dunque all’opera, ben nascosto da qualche parte nel nostro sistema economico e fiscale, una sorta di contro-Robin Hood (ricordate lo Sceriffo di Nottingham?) che toglie ai poveri per dare ai ricchi. E non c’entra solo Tremonti. Cantarella, ex amministratore delegato Fiat, ha “festeggiato” il suo addio alla società in crisi nera con una buona uscita di 30 milioni di euro. Fate due conti: ci si potrebbe pagare lo stipendio per due anni a 800 operai di Termini Imerese. Di ricchi e  poveri si parla poco…
 
di Alessandro Messina
per Carta, Rubrica Affari Nostri, febbraio 2003