Tra
le innovazioni che possono aiutare lo sviluppo delle metropoli intelligenti (smart city) non possono mancare quelle
finanziarie. Serve infatti qualcosa che tenga insieme la visione di lungo
termine del pubblico con la disponibilità effettiva dei capitali (nei fondi
istituzionali, nelle imprese o anche - vale molto per l’Italia - tra i cittadini),
la necessità di misurare risultati sociali e ambientali, in condizioni di
efficienza, con la filosofia della partecipazione e del coinvolgimento della
comunità locale attraverso gli appropriati strumenti finanziari.
L’impact finance (finanza d’impatto) si
sta facendo strada oggi proprio come la giusta ricetta per questo tipo di
problemi: “gli investimenti di impatto sono indirizzati a imprese,
organizzazioni o fondi con l’intenzione di generare risultati misurabili, di
tipo sociale e ambientale, insieme ad un ritorno di tipo finanziario”
(thegiin.org). Ammontano a 46 mld di dollari gli asset impiegati a fine 2013 e si prevede una crescita di circa il
20% durante il 2014.
Il 58% di queste risorse è investito
in opere infrastrutturali (energia, acqua, istruzione, casa, ecc.), il resto in
programmi di microfinanza. La gran parte degli operatori sono nordamericani ed
europei, soprattutto gestori di fondi (comuni o pensione), fondazioni,
istituzioni di sviluppo, banche (poche). Solo l'8% degli investimenti riguarda
l'Europa, il 22% gli USA, tutto il resto va in America Latina, Africa, Asia,
Europa dell'est.
Il 62% degli interventi realizzati
prende la forma tecnica del credito, solo il 22% di interventi in equity (capitale
di rischio) e uno striminzito 3% va a imprese in fase di avvio (seed capital e startup). Il 50% degli operatori si
aspetta un ritorno sociale, il 45% un ritorno sia sociale sia ambientale, solo
un 5% cerca un ritorno strettamente ambientale.
A
fine ottobre 2014, a Roma, verranno presentati i risultati dei lavori condotti
dalla Social Impact Investment Task Force
all’interno del G8 (ora G7), il cui obiettivo è catalizzare lo sviluppo del
mercato degli investimenti ad impatto sociale, definendo un insieme di
raccomandazioni per i governi nazionali.
Tra tensioni verso la privatizzazione del welfare e intuizioni realmente
innovative su come tenere insieme finanza e interesse generale, la posta in gioco è rilevante: ciò che emergerà, probabilmente, sarà di ispirazione per le
politiche sociali e infrastrutturali del prossimo decennio. E potrà condizionare le chance di dar vita,
un giorno, a delle vere città intelligenti.
di
Alessandro Messina
in Eco in Città. Guida agli stili di vita sostenibili, III Edizione, Roma e Milano, a cura di Marzia Fiordaliso e Massimiliano Pontillo, editore Pentapolis Onlus, novembre 2014. ISBN 978-88-940349-1-2.
www.ecoincitta.it
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