Finanza
padrona. Finanza che sovrasta l’economia reale. Finanza tra megaprofitti e
criminalità organizzata. Non passa giorno senza che la cronaca economica ci
ricordi quanto la finanza sia ormai al centro di ogni relazione di potere. I
grandi scandali o le grandi crisi, come è stato per i mutui sub-prime, sono
catalizzatori di attenzione per i più distratti e occasione, raramente colta
con serietà, di analisi un po’ meno banali e alfabetizzazione di massa da parte
dei media.
Quest’ultimo aspetto sembra tra i più rilevanti di fronte ad un
progressivo trasferimento delle responsabilità relative alle scelte su lavoro,
casa, studio, sanità, pensione dalla sfera pubblica alle opzioni individuali di
investimento finanziario, passaggio a cui forse nessuno è realmente preparato.
Il problema delle asimmetrie informative, dei comportamenti opportunistici, del
labile confine tra poca trasparenza e illecito, trova in questa deriva il suo
acme, con aumento di ansia individuale e produzione costante di esclusione
sociale.
L’incapacità di entrare con adeguata preparazione in queste scelte è
infatti uno degli assilli della nostra società (conosciamo tutti qualcuno che
ci si è trovato recentemente, o per la decisione relativa al TFR o per la
scelta del mutuo prima casa tra tasso fisso e variabile) e quando si traduce in
scelta perdente o scelta di non scegliere, spesso porta a emarginazione,
perdita di opportunità, discesa verso la parte più debole delle fasce sociali.
Lo stesso accade, a maggior ragione, a chi è già fuori dai circuiti finanziari,
perchè privo di storia bancaria, senza garanzie, già escluso dai circuiti del
reddito, non “bancabile”. L’esclusione finanziaria diviene così causa ed
effetto - secondo cicli differenti per ciascuno - di esclusione sociale. Il
modello statunitense, verso cui stiamo andando senza esserne preparati, è lì a dimostrarlo:
i 47 milioni di cittadini che non hanno accesso ai servizi sanitari nella prima
potenza economica mondiale sono prima di tutto degli esclusi finanziari, perchè
privi di risorse per accedere al mercato delle assicurazioni.
E’ in questo contesto che occorre leggere
oggi il senso e l’attualità della proposta di finanza solidale che si è
sviluppata nel mondo negli ultimi decenni.
articolo pubblicato sulla rivista LO STRANIERO n. 2/2008
di Alessandro Messina