«Sono sicuro che c’è bisogno di una finanza cooperativa, partecipata e comunitaria. E’ proprio nel funzionamento dei meccanismi finanziari, infatti, che la globalizzazione sta mostrando maggiormente le sue contraddizioni». Chi parla è Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia, con il quale abbiamo conversato in occasione di un suo recente viaggio in Italia.
Alle nostre spiegazioni su cosa si intenda per finanza etica, dice:
«non credo che negli Usa esista qualcosa di simile, però mi viene in mente il Community Investment Act, che forse si avvicina a quanto voi fate. Si tratta di un regolamento che impegna tutte le banche a dedicare adeguate risorse allo sviluppo della comunità in cui operano.
Il dato interessante è che all’inizio la lobby finanziaria si era molto opposta a questo provvedimento. Poi, una volta approvato, si è dovuta adeguare e ha scoperto che, fatti i dovuti investimenti di formazione, creazione degli strumenti di valutazione e monitoraggio, i prestiti alla fasce della comunità più a rischio non sono meno profittevoli degli altri».
Insomma: anche in finanza “buona” c’è sempre da imparare dal paese a stelle e strisce. Il quale - attraverso il sito del Tesoro - offre a tutti i cittadini la possibilità di verificare quanto ogni banca rispetta il regolamento. Non si tratta proprio di una finanza partecipata, ma quanto meno di una buona prassi di trasparenza. Che le nostre banche sono ancora lontane dal raggiungere.
Alle nostre spiegazioni su cosa si intenda per finanza etica, dice:
«non credo che negli Usa esista qualcosa di simile, però mi viene in mente il Community Investment Act, che forse si avvicina a quanto voi fate. Si tratta di un regolamento che impegna tutte le banche a dedicare adeguate risorse allo sviluppo della comunità in cui operano.
Il dato interessante è che all’inizio la lobby finanziaria si era molto opposta a questo provvedimento. Poi, una volta approvato, si è dovuta adeguare e ha scoperto che, fatti i dovuti investimenti di formazione, creazione degli strumenti di valutazione e monitoraggio, i prestiti alla fasce della comunità più a rischio non sono meno profittevoli degli altri».
Insomma: anche in finanza “buona” c’è sempre da imparare dal paese a stelle e strisce. Il quale - attraverso il sito del Tesoro - offre a tutti i cittadini la possibilità di verificare quanto ogni banca rispetta il regolamento. Non si tratta proprio di una finanza partecipata, ma quanto meno di una buona prassi di trasparenza. Che le nostre banche sono ancora lontane dal raggiungere.
di Alessandro Messina
per Carta, Rubrica Affari Nostri, maggio 2003