Vi sono operatori economici che, perseguendo finalità non di lucro, producono beni e servizi di utilità collettiva. Questi operatori riescono a collocarsi sul mercato o a entrare in partnership con le istituzioni pubbliche, generalmente organizzando i processi produttivi in modo originale ed innovativo. E’ qualche anno ormai che si dibatte sulle possibilità che questi operatori hanno di creare nuova occupazione – non sostitutiva rispetto al pubblico – e sulle politiche più idonee a sostenerne la crescita.
La ricerca NETS (New employment opportunities in the third sector), condotta dal Dipartimento di Economia Pubblica dell’Università di Roma “La Sapienza” insieme all’associazione Lunaria di Roma e sostenuta dal finanziamento della Commissione Europea nell’ambito del programma TSER – Targeted Socio Economic Research (DGXXII), mira a determinare proprio quali politiche possono risultare più efficaci in tal senso, valutando a livello micro la struttura economica e finanziaria delle organizzazioni che operano nei diversi settori (dall’assistenza, alla formazione, all’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, alla cultura) e a livello di sistema quali sono le leve da utilizzare in termini di: spesa pubblica, finanziamenti, fisco, politiche del lavoro.
I dati raccolti a livello nazionale su un campione rappresentativo di organizzazioni di terzo settore tramite un questionario semi-strutturato forniscono indicazioni di carattere quantitativo e qualitativo che permettono di condurre un’analisi comparativa con altri paesi europei e con gli altri studi già disponibili sull’argomento.
di Alessandro Messina e Valeria Mastrostefano
Working
paper per il XII Convegno biennale dell’A.I.S.S.E.C. (Associazione
Italiana per lo Studio dei Sistemi Economici Comparati), giugno 1999