L’arrogante Telecom, è il caso di riparlarne

Pagare servizi non richiesti (o richiesti ma non attivi), osservare l’aumento costante della bolletta, affrontare dialoghi surreali con maldestri operatori che offrono fantastiche promozioni. Questo è il rapporto di noi tutti con Telecom Italia, il monopolista de-facto del telefono. E come tale, inefficiente e arrogante. Gli dareste i vostri risparmi? 



Sappiate che Etica Sgr, la società che gestisce fondi per Banca Etica, ha appena deliberato l’investimento in queste azioni. Motivo: “è una delle migliori società a livello internazionale in termini di soddisfazione della clientela”. Lo dice Ethibel, la società che la Banca paga perché faccia la valutazione etica dei titoli in cui investire.
Vale la pena, allora, riflettere su tutta la materia. Etica Sgr è nata un anno fa per dare una opportunità di risparmio in più ai soci e clienti di Banca Etica. Fu motivo di scontro all’interno del movimento della finanza etica per almeno due anni. Tonino Perna - ex presidente del primo Comitato etico della Banca - non ha mai nascosto il suo parere contrario all’operazione. Ma alla fine si fece. Anche Carta diede spazio al dibattito e io stesso scrissi “aspettiamo, osserviamo, partecipiamo (soprattutto). Ne riparleremo”.
Mi sembra il caso di riparlarne. E sì perché le perplessità espresse a suo tempo sullo strumento fondo stanno trovando conferma nei fatti: è coerente con la finanza etica distogliere i capitali dal territorio, accettare la logica dei mercati finanziari globali, abbandonare - di fatto - l'anima partecipativa della finanza etica? Direi di no. E direi che, se si poteva restare a guardare in attesa di capire come si sarebbe mossa Etica Sgr, ora è tempo di chiarire le strategie, visto che il patrimonio gestito è di 105 milioni di euro.
Telecom è presente nel paniere di titoli gestiti da molti fondi di investimento, etici e non. E così vale per J&J, Kellog, Nokia, Henkel, tutti titoli presenti nel paniere di Etica (li trovate elencati in www.eticasgr.it). Qual è allora il processo (e il progetto) di cambiamento che Etica propone? Al momento non si vede. E non sarebbe male che qualcuno lo spiegasse. Quanto meno per capire se - almeno in termini di partecipazione - qualcosa può migliorare. Forse, ascoltando di più i sindacati, le associazioni, le Ong, i risparmiatori, si potrebbero evitare certi passi falsi. E forse si potrebbe anche discutere insieme il senso complessivo dell’operazione. Che - ad oggi - rischia solo di legittimare le contromosse delle altre banche.

di Alessandro Messina
per Carta, Rubrica Affari Nostri, marzo 2004