Una Finanziaria sotto l'albero

Harry Potter non è l'unico mago di questo Natale. Anche Berlusconi ha riempito di magie il fine anno. Solo che quelle dell'uomo di Arcore assomigliano di più a delle stregonerie, che avvantaggiano i cattivi della nostra favola. Ai buoni, ossia i cittadini meno ricchi, i disoccupati, le donne, gli immigrati, i giovani, i pensionati e i lavoratori, non resta che prenderle di santa ragione. 


La bacchetta magica, almeno in apparenza, è di quelle potenti: la legge finanziaria, quest'anno più magica che mai, tant'è che qualcuno ha sussurrato che "questa finanziaria non esiste". Non esiste perché le misure più pesanti sono state varate fuori dai suoi articoli. Non esiste perché non esistono i criteri applicati per la previsione di spese e entrate. Non esiste perché, proprio per questo, le manovre varate incideranno sulle casse dello Stato per una cifra ben superiore ai 15 miliardi (di Euro, come tutte le cifre riportate) dichiarati dal governo. 
E così già oggi si parla di un intervento correttivo da realizzare in primavera, destinato a raddoppiare l'entità della manovra. Questo perché anche i regali di Natale si pagano, e il governo finora ne ha fatti tanti. Alle imprese, a cui la Tremonti bis regalerà 7,5 miliardi per comprare auto blu. All'esercito, che tra "Libertà duratura" e normale gestione ne costa almeno 30. Ai grandi capitali che torneranno in Italia dopo essersi ripuliti all'estero, a cui il nostro governo regala 130 miliardi in tasse mai pagate. Alle famiglie del nostro capitalismo, che senza tassa di successione troveranno sotto l'albero almeno 3 miliardi. Alla scuola privata che si accontenterà, per ora, di pochi miliardi (sempre di Euro) sapendo che il suo futuro è più che roseo…
Che fare, dunque? La campagna Sbilanciamoci (www.lunaria.org/sbilanciamoci) ha delle idee in proposito: proporre delle misure alternative a quelle previste nella manovra di bilancio del governo, fare contro-informazione in giro per spiegare bene cosa si nasconde dietro gli aridi numeri dei capitoli di spesa, presentare emendamenti che possano mettere qualche toppa alle troppe falle, sostenere le iniziative concrete per invertire rotta. 

E allora tassa Tobin, Carbon Tax, tassa di successione, tassazione delle esportazioni di armi, tagli agli incentivi alle imprese, al commercio estero e alle spese militari per recuperare soldi (tanti, più di 10 miliardi di Euro). Da investire nei posti giusti: per il reddito minimo di inserimento, per gli accordi di Kyoto, per la promozione del commercio equo e solidale e della finanza etica, per la cooperazione allo sviluppo, per politiche vere di accoglienza degli immigrati e dei richiedenti asilo. Una finanziaria diversa è possibile, forse noioso e non così semplice. Sbilanciamoci ci crede, e voi?

di Alessandro Messina
per Carta, Rubrica Affari Nostri, dicembre 2001